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Web Blog delle Libertà

23 gennaio 2006

Non fatelo fare e non fatelo parlare

La sinistra dice di essere convinta che il Presidente Berlusconi non abbia più nulla da dire di convincente agli italiani, che il Governo di questi ultimi cinque anni sia stato un totale fallimento. Il diessino Chiti, in un intervista sul Corriere della Sera di oggi sul tema dell'allungamento della legislatura, accusa il Premier di voler posticipare l'entrata in vigor della par condicio, definendo «patetiche» le sue presenze televisive delle ultime due settimane, aggiungendo che «come ci dicono i sondaggi, non spostano niente». L'articolo inizia e si conclude con un forte suggerimento - al limite dell'intimidazione - al Presidente Ciampi, affinché non indugi a sciogliere le camere secondo la data prefissata.
Ieri sera, dalle ore 19.00 alle ore 20.50, si è tenuto l'incontro al Colle tra Berlusconi e Ciampi con lo scopo di confrontarsi sull'ipotesi dell'allungamento della legislatura di poghi giorni, quelli strettamente necessari ad approvare la cosiddetta «legge Pecorella» ed altri provvedimenti importanti, sostenuti anche dagli altri partiti della CdL. Leggendo il resoconto del principale quotidiano italiano si ha l'impressione che si sia tenuto in incontro interlocutorio da cui non sarebbe emersa alcuna decisione finale da parte del Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato dovrà ora sentire i Presidenti di Senato e Camera, Pera e Casini, quindi anche i capigruppo delle forze politiche di maggioranza ed opposizione per verificare l'ipotesi di un eventuale largo accordo sulla proroga della legislatura. Lo stesso incontro è invece descritto dall'Unità, a pagina 4, come totalmente fallimentare, a cominciare dal titolo dell'articolo: «Ciampi gela tutte le richieste di Berlusconi». L'autore dello scritto, Vincenzo Vasile, si lancia addirittura in ardite interpretazioni del comunicato rilasciato dal Quirinale ad incontro avvenuto. Il fatto che il comunicato indicasse come oggetto la volontà del Presidente del Consiglio di discutere con il Capo dello Stato «sui provvedimenti legislativi in discussione presso le Camere» diventa automaticamente per il quotidiano diessino la dimostrazione che lo slittamento dello scioglimento delle Camere è «argomento che per Ciampi non esiste» semplicemente per il fatto che non viene citato. Ancora una volta quindi l'organo di informazione del principale partito dell'opposizione vuole distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dal vero oggetto della questione, sarebbe a dire i provvedimenti che il Governo Berlusconi vuole approvare e comunicare agli italiani. Il quotidiano milanese ci aiuta invece a comprenderli meglio anche se non entra nel merito della loro valutazione, cosa invece che facciamo noi.
Innanzi tutto la legge Pecorella, rinviata dal Colle alle Camere per dubbi di incostituzionalità, rappresenta un provvedimento che prevede l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione e proscioglimento degli imputati. Questo consentirebbe a tutti i cittadini di non dover rischiare di subire per anni l'azione della magistrati costringendoli ad impegnarsi duramente nel primo grado di giudizio: lo scopo è quello di evitare la tentazione di allungare i tempi allo scopo di raccogliere nuove prove ed indizi. Il rischio è quello dilatare a dismisura i tempi della giustizia, a discapito della collettività e del diritto del singolo cittadino imputato a non rimanere a vita un presunto colpevole agli occhi di tutti.
Altri due provvedimenti ancora in sospeso sono il maxiemendamento che, oltre a prevedere l'aumento degli agenti di polizia in funzione antiterroristica contiene la riforma delle norme sulla tossicodipendenza, con norme restrittive sulla droga, e quello che contiene la riforma della legittima difesa dalle aggressioni subite in casa o sul luogo di lavoro. Tutti questi sono provvedimenti innovativi e a tutela dei cittadini, leggi che il centrosinistra, tranne parte della Margherita, non vorrebbero mai vedere approvate e ancora peggio divulgate in periodo di campagna elettorale. La legge Pecorella, inoltre, scontenterebbe l'ala giustizialista dell'Unione, vicina a certa parte della magistratura. Il provvedimenti sulla droga e sulla legittima difesa darebbero fastidio, rispettivamente, a radicali da una parte ed estrema sinistra dall'altra.
Il centrosinistra, al di là dell'ostentata certezza di vittoria, teme la possibilità che Berlusconi possa avere più tempo per incrementare il proprio bilancio di riforme e, soprattutto, possa avere modo di spiegare i risultati della legislatura ai cittadini affinché abbiano una piena coscienza e in questo modo esercitino al meglio il proprio diritto di voto.