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Web Blog delle Libertà

25 maggio 2007

Sicurezza: Milano detta l'agenda della politica nazionale

(Articolo del 24 maggio)

Nelle ultime settimane Milano, grazie a Letizia Moratti e alla Casa delle Libertà, ha guadagnato la ribalta nazionale con due temi forti quali la sicurezza e il contrasto al consumo di stupefacenti. Problemi anche connessi tra loro. In una legislatura caratterizzata da un governo nazionale debole, rissoso e con poche idee la capacità politica del Sindaco milanese ha saputo intercettare le istanze reali e i bisogni del Paese grazie anche all'osservatorio privilegiato che è il capoluogo lombardo, da sempre termometro della società italiana.
Riguardo il problema della sicurezza occorre partire inevitabilmente dal ricordo della manifestazione che il Sindaco organizzò il 27 marzo con il sostegno di cittadini, comitati, associazioni e commercianti. Manifestazione a supporto della richiesta di un sensibile incremento delle forze dell'ordine. Il solo annuncio del corteo fece tremare i palazzi romani che si affrettarono ad elargire fumose promesse. La manifestazione di Corso Buenos Aires fu un evento che si accompagnò a polemiche risibili da parte di ambienti politici vicini all'attuale governo. Ci furono accuse di strumentalizzazione politica della paura delle persone, ci fu chi ritenne di dover affermare che la questione sicurezza non è materia da sindaco, come se un amministratore locale non dovesse avere a cuore uno dei bisogni primari dei cittadini. Ci fu chi, e parlo di politici, si coprì di ridicolo sfilando in un girotondo di morettiana memoria, ovvero una contromanifestazione voluta dai partiti della sinistra attorno al palazzo del Comune e alla Prefettura. Una volontà di differenziarsi dal sindaco di centrodestra con il solo intento di coprire le profonde divisioni presenti nell'Unione sulla questione non solo della sicurezza ma anche, soprattutto, del concetto di rispetto della legalità. Una sinistra sempre pronta a tollerare fenomeni quali l'immigrazione clandestina, che vorrebbe elevare al rango di legge dello Stato, e le occupazioni abusive da parte dei loro amici dei centri sociali.
Dopo quella manifestazione ebbe inizio un braccio di ferro tra Comune e Governo che si è concluso il 19 maggio, a vantaggio del Comune, con la firma del «Patto per Milano Sicura». «Con questo Patto per la Sicurezza - ha detto il Sindaco Moratti - Milano ha reso un servizio al Paese. È il frutto della collaborazione che Milano ha saputo instaurare con il Governo e tutte le altre Istituzioni. Il documento firmato prevede due punti importanti: il primo è un rafforzamento degli organici per il controllo del territorio, il secondo è una piattaforma programmatica per la revisione delle norme, con il compito di far fronte a fenomeni di degrado e disagio sociale, per integrare le politiche sociali con le politiche della sicurezza». Il patto è importante perché oltre alla concretezza «individua quelle che sono le priorità principali, come il controllo del territorio per occupazioni abusive, l'immigrazione irregolare, la droga, lo spaccio, la prostituzione e i nomadi, indicando le strade dalle quali partire. È un patto che prevede le risorse che Milano aveva chiesto. Gli uomini che verranno assegnati alla Città sono oltre 600 di cui 438 delle Forze dell'Ordine stabili e altri 200 che il governo ci ha assegnato, i quali arriveranno dalla Task Force nazionale e saranno presenti sul nostro territorio per progetti specifici già individuati». Nel documento sono state individuate le priorità di intervento e le aree dove estendere o aumentare gli sforzi. Fra le novità, è stata prevista l'introduzione di un sistema di sicurezza degli accessi, ovvero un sistema di videosorveglianza che leggerà le targhe dei veicoli alle barriere autostradali e sulle tangenziali.
Il Patto, firmato anche a Roma con un Veltroni a rimorchio della collega milanese, sarà in seguito esteso all'intero territorio nazionale. Proprio nella Capitale il ministro Amato ha dichiarato che «è un tragico errore della sinistra» pensare che «il problema della sicurezza sia un problema dei ricchi, che hanno qualcosa da difendere». Insomma, un esponente del governo Prodi arriva a dare ragione ad un sindaco di centrodestra. Brava Letizia! Ora aspettiamo di vedere quali saranno i risultati.

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