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Web Blog delle Libertà

05 maggio 2006

Scegliamo di andare avanti, ripartendo da Milano

Il capoluogo lombardo non è semplicemente la città natale di Silvio Berlusconi, ma la culla dei grandi progetti politici che hanno caratterizzato la storia italiana del secolo appena concluso. Senza tornare troppo indietro nel tempo, restringendo il campo agli ultimi 12 anni, è sufficiente ricordare come a questa città sia legata la nascita di Forza Italia e l'elaborazione di alcuni indirizzi politici che avrebbero in seguito ispirato l'azione del Governo del centrodestra.
Come ha ricordato ieri il presidente Berlusconi in occasione della conferenza stampa di presentazione del candidato sindaco Letizia Moratti, vi sono diversi esempi di questo rapporto tra innovazioni milanesi e nazionali, a cominciare dall'istituzione del carabiniere e del poliziotto di quartiere, proiezione di quanto accaduto con il vigile di quartiere di Milano. Un altro esempio di quanto la capitale economica d'Italia sia anche fondamentale laboratorio politico è stato citato dalla stessa Moratti in riferimento al «Patto per l'Italia» siglato con i sindacati confederali, edizione nazionale del «Patto per Milano» voluto dal sindaco Gabriele Albertini durante il suo primo mandato. Milano inoltre, nel 1997, ha saputo rilanciarsi grazie agli investimenti in infrastrutture e opere pubbliche; interventi realizzati senza che vi fosse alcun aggravio per le tasche dei cittadini. Tutto questo, addirittura, mentre l'Ici diminuiva. Lo stesso cammino è stato percorso dal governo Berlusconi con il piano di opere pubbliche e la contemporanea riduzione del peso fiscale sulle persone.
Silvio Berlusconi il 28 e 29 maggio sarà capolista di Forza Italia. Lo è già stato in passato, nel 1997 e nel 2001. Oggi, come nel '97, differentemente dal 2001, le elezioni milanesi rivestono un significato nazionale, rappresentando un'occasione per il centrodestra di rilanciare la propria proposta politica partendo dal laboratorio lombardo. Una proposta politica e soprattutto una visione di fondo della società che è condivisa dalla metà del Paese così come indicato dall'esito del voto del 9 e del 10 aprile.
Sul campo opposto abbiamo invece una sinistra priva di un'identità politica unitaria, esattamente come la si ritrova a livello nazionale. Una sinistra che priva di propri figure politiche di prestigio ha scelto come candidato sindaco un burocrate, Ferrante. L'ex prefetto, ricordato dai milanesi come il fautore dei mille tavoli di discussione e delle poche soluzioni concrete, è come il suo corrispondente nazionale Prodi una figura utile unicamente a tentare di mascherare le eterogeneità dei partiti dell'Unione.
Berlusconi non si candida solo per contribuire ad innalzare i consensi al partito, ma per avere una maggiore possibilità di seguire un'eventuale nuova amministrazione di centrodestra. Da Milano potrà scaturire un metro di paragone per quanto la sinistra sarà in grado di fare con Prodi al governo. Berlusconi tornerà a Milano già domenica 7 maggio (Palalido ore 10.30), in compagnia di Fini, Bossi e Casini, per sostenere Letizia Moratti davanti al popolo del centrodestra che cerca e pretende, secondo quanto si registra chiaramente stando a contatto con le persone, non solamente il naturale proseguimento di una positiva esperienza amministrativa, ma anche un riscatto politico a partire dalla regione in cui la Casa delle Libertà ha conseguito il risultato migliore nell'ambito della sconfitta di misura delle elezioni politiche.

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