Google
 
Web Blog delle Libertà

26 febbraio 2008

Popolo della Libertà... e del Federalismo

Alcuni giorni fa è stato siglato l'accordo politico tra il Popolo della Libertà e il Movimento per l'Autonomia fondato dal siciliano Raffaele Lombardo nel 2005. Grazie all'intesa raggiunta, sia a livello locale che nazionale, non dovrebbero esserci difficoltà a vincere le elezioni regionali in Sicilia e, allo stesso modo, ottenere un maggior numero di eletti al Senato, dove vige l'insidia del premio di maggioranza su base regionale. Tuttavia sarebbe parziale attribuire soltanto un valore elettorale alla rinnovata alleanza con l'Mpa, che alle scorse politiche corse, con un unico simbolo, assieme alla Lega Nord di Bossi. La forza di questa scelta riguarda anche aspetti di tipo strategico e programmatico.
Occorre ricordare che l'Mpa nacque dopo una scissione dall'Udc, volta a recuperare un vero rapporto con il territorio, per sostenere gli interessi locali secondo quei principi di autonomia e di identità che erano stati alla base della nascita della Lega nel nord del paese. Entrambe le forze politiche nascono come risposta alla crisi dei partiti centristi nazionali. La Lega Nord è stata la risposta politica più credibile alla crisi della Democrazia Cristiana - crisi politica prima ancora che giudiziaria. Ciò è tuttora particolarmente evidente in Veneto, dove vi fu una Dc molto forte e ora vi è una Lega particolarmente rappresentativa. Il partito di Casini, quello di Mastella e l'ultimo nato della Rosa Bianca rappresentano la coda di una cometa ormai tramontata sull'orizzonte della politica italiana. Da un punto di vista puramente tattico, l'alleanza tra Pdl e Mpa rende molto più difficile l'operazione nostalgica legata al tentativo di creare una forza centrista e anti-bipolare. Raffaele Lombardo rappresenta un polo di attrazione per la classe dirigente centrista che non vuole essere tagliata fuori dalla politica che conta, cioè quella che governa. Per questo l'Udc siciliano appoggerà il centrodestra alle elezioni regionali - Casini non può che subire lo scacco del Cavaliere se non vuole rischiare di perdere prematuramente il pezzo principale del suo partito.
La novità più importante, come dicevamo, è tuttavia di tipo strategico e di progetto per l'Italia di domani. Per la prima volta un rappresentante di una forza politica territoriale è candidato a governare una Regione. Questo è il compimento del disegno politico di una nuova Italia più attenta alle istanze dei cittadini, il riconoscimento delle diversità e delle peculiarità locali nel quadro dell'unita nazionale. La rivoluzione portata da Berlusconi in politica è stata quella di trasformare i programmi in impegni concreti, in contratti con gli italiani. Se trasliamo questo concetto a livello locale, arriviamo al federalismo. Infatti il federalismo, in particolar modo quello fiscale, rappresenta il riconoscimento del principio di responsabilità in politica. I governanti locali amministrano la ricchezza prodotta dal territorio e di ciò che ne faranno risponderanno direttamente, senza più alibi, senza poter più giocare al rimbalzo delle competenze tra Stato e Regioni. Il venturo governo Berlusconi potrà pertanto rappresentare il compimento della ormai ventennale transizione politico-istituzionale italiana. Se il prossimo tentativo di riforma della Costituzione andrà in porto, e se conterrà il federalismo, sarà definitivamente messo un sigillo sul passato e aperta la finestra sul futuro.

www.ragionpolitica.it

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

07:00  

Posta un commento

<< Home