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Web Blog delle Libertà

27 gennaio 2006

La sinistra turbata vuole psicanalizzare il premier

Sull'Unità di oggi, il dottor Mauro Mancia dell'Università Statale di Milano viene intervistato per «psicanalizzare» Berlusconi. E' utile riportare alcuni stralci di questa intevista, perché essa mette bene in evidenza cosa sia la sinistra in Italia: un'armata dell'odio politico che mostra di non aver mai tagliato i fili con il suo passato fatto di contiguità ai peggiori regimi liberticidi. Berlusconi viene definito come una persona «che separa da sé le sue parti peggiori per proiettarle sull'avversario», viene descritto come colui «che odia la maggior parte degli italiani perché potrebbero non votarlo» e ancora come un «uomo senza qualità per cui il potere è l'essenza della vita».
Attacchi alla persona di questo tipo aiutano gli italiani a condividere e far proprie le preoccupazioni di Berlusconi quando parla del rischio di un'Italia con una democrazia minore se questa sinistra dovesse prendere il potere. Una sinistra che appare confusa e turbata su tutto, dal programma fumoso agli assetti interni, al mercato delle vacche per le candidature. Ds e Margherita chiedono a Bertinotti e a Prodi di farsi carico di inserire nelle proprie liste elettorali i vari Mastella, Sbarbati, Di Pietro ecc... Quando si parla di Mastella, si intende non solo un posto per lui, ma anche per i suoi uomini fidati, visto che la sua lista molto probabilmente non raggiungerebbe la soglia di sbarramento del 2%. Lo stesso discorso vale per Di Pietro, che chiede due seggi, per i Pensionati e altri gruppetti. I Verdi potrebbero invece di stretta misura superare la soglia alla Camera, ma intanto sono occupati ad ingaggiare una lotta con la Margherita per la questione del simbolo. Secondo Rutelli, infatti, l'ipotesi che la lista di Pecoraro Scanio e quella dei Comunisti Italiani utilizzino per il Senato - dove il centrosinistra non presenterà la lista unitaria dell'Ulivo - un simbolo troppo simile a quello dell'Unione, potrebbe togliere i voti agli altri partiti.
Intanto, sempre il solito Bertinotti lamenta la mancanza della «chiusura del programma attraverso un percorso partecipato». Rifondazione Comunista, a proposito di posti, non ne vuol sentire parlare e ricorda i dispetti delle «liste civetta» volute dai Ds nel 2001 per cercare di scippare i voti ai «cugini» con il sistema dei resti. Il partito ha invece la preoccupazione di trovare spazio a nuove figure prestigiose e ha in mente ben 13 caselle da riempire per la voce «società civile». Due di queste personalità sono Caruso dei no global e Vladimir Luxuria. Figure da proporre forse all'alleanza come eventuali candidati ripettivamente per i ministeri del Lavoro e della Famiglia? Numeri a a parte, è evidente che Rifondazione non potrà mai accettare di ospitare candidature esterne per non perdere i voti di protesta.
Quanto a Prodi e ai suoi 14 posti da capolista tra Camera e Senato, appare evidente che sia ancora lui l'obiettivo della coppia Ds-Margherita. Dopo avergli impedito di farsi il suo partitino, ora lo vogliono costringere anche a rinunciare a portare in Parlamento la sua assicurazione sulla vita politica. Non vorranno mica proporgli in alternativa una polizza Unipol?