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Web Blog delle Libertà

01 febbraio 2006

Crisi di rappresentanza nella sinistra

Ieri Prodi, intervenendo su Radio 24, ha parlato di sé come un uomo che ha avuto tutto dalla vita avendo ricoperto incarichi di prestigio in Italia e in Europa. Per questa ragione sente, in caso di vittoria, di dover portare avanti solo «riforme radicali». Una formula tanto ambiziosa quanto generica, ma che qualcuno a sinistra sembra prendere sul serio. Questa volta il riferimento non va al neonato partito della Rosa nel Pugno che come priorità per l'Italia ha in mente i pacs, ipotesi prontamente e ripetutivamente sconfessata dall'Udeur di Mastella con tanto di minacce preventive di crisi di governo. Forse la nuova frontiera dell'essere radicale coinvolgerà anche la formulazione delle liste elettorali secondo nuovi e inediti parametri?
Oggi sull'Unità troviamo alle pagine 6 e 7 noiosi elenchi, tipo quelli telefonici, riferiti in questo caso alle varie posizioni dei vari candidati di Ds e Margherita nelle liste proporzionali di Camera e Senato. Certamente immaginiamo che vi possa essere grande interesse da parte dei lettori del quotidiano diessino nel carpire informazioni fondamentali per la politica italiana come ad esempio quella che Castagnetti avrà il terzo posto in lista in Emilia Romagna dopo Prodi e Bersani, che l'ex procuratore capo di Milano Gerardo D'Ambrosio abbia accettato di essere candidato al Senato. A proposito di D'Ambrosio, la sinistra non nega da sempre l'esistenza delle cosiddette «toghe rosse»? In questa atmosfera di noia, generata attorno al vuoto politico di Prodi, dobbiamo al contrario ribadire come il solito Bertinotti rappresenti davvero l'artista della sinistra, colui che con clamorosi ed autentici colpi di teatro riesce ad essere più appassionante dei grigi burocrati del Pc-Pds-Ds.
Di pochi giorni fa è infatti l'annuncio di Rifondazione Comunista di voler candidare il noto transessuale Vladimir Luxuria. Questa notizia deve aver turbato il sonno, creando qualche crisi di gelosia, al mondo dell'associazionismo militante che fa riferimento ai Ds. Sull'Unità troviamo infatti un accorato appello del presidente nazionale dell'Arcigay Lo Giudice in difesa della rappresentanza politica degli omosessuali. Nella missiva inviata al segretario della Quercia l'associazione segnala «il rischio che la rappresentanza parlamentare del movimento omosessuale si sposti verso altre aree politiche». Nella lettera si parla di omossessuali come una categoria sottorappresentata. Considerando e difendendo l'idea che tutti, indipendentemente dai propri gusti e inclinazioni afferenti alla vita privata, non debbano subire alcuna forma di discriminazione, non crediamo sia utile per nessuno ritenere che l'idoneità di una persona a ricoprire cariche istituzionali debba essere determinata dai proprie preferenze sessuali.
Il problema della della crisi di rappresentanza politica della sinistra, solamente enfatizzata dalla questione Unipol, è legata al distacco con la società soprattutto per quanto riguarda le tradizionali categorie socio-economiche di riferimento. Il Corriere della Sera di oggi, a pagina 6, riporta il caso di un parlamentare eletto nel 1994 e riconfermato nel 2001 nelle file dei Ds, in quanto rappresentante del mondo operaio. Gli avevano dato un collegio considerato perdente, quello di Nichelino-Carmagnola, ma lui aveva saputo ribaltare clamorosamente i pronostici facendo il porta a porta tra i cittadini.
Nell'intervista firmata da Marco Imariso scopriamo una persona di una lucidità politica davvero sorprendente. Salvatore Buglio, questo è il nome del parlamentare, racconta di aver cercato in questi anni di operare in maniera concreta, scontrandosi spesso con la Cgil a causa del fatto che essa ha spesso interpretato il proprio ruolo in senso antigovernativo quando «il compito delle confederazioni è sempre e comunque quello di portare a casa qualcosa e non pronunciare sempre dei niet politici». Buglio accusa inoltre la sua parte politica di averlo ritenuto utile unicamente come «l'operaio-buana, la macchietta alla Cipputi» e di volerlo scaricare, non ricandidandolo, in quanto considerato una persona troppo indipendente e «per aver rifiutato di demonizzare l'avversario politico».
Questo lucido racconto personale ci aiuta a riflettere come nella società moderna la politica debba sempre di più farsi carico di rappresentare la vita reale dei cittadini, superando vecchi steccati eretti con la mentalità dei due secoli passati. Occorre quindi, per il bene comune, che tutte le forze politiche respingano ogni tentazione di sostituire le vecchie divisioni classiste, oramai superate e nemmeno più tanto spendibili elettoralmente, con nuove categorie sociali inventate ad hoc per guadagnare voti.