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Web Blog delle Libertà

15 marzo 2006

Gli autori della guerriglia di Milano assolti dall'Unione

In seguito ai gravi atti di guerriglia urbana che hanno stuprato Milano sabato scorso, quasi tutte le forze politiche di sinistra hanno preso, a parole, le distanze dagli autori delle devastazioni e delle violenze. I vari leaders, temendo conseguenze sul piano elettorale, si sono, infatti, affrettati a dissociarsi dai gruppi che si sono resi responsabili degli atti criminali.
Domani sera, giovedì 16 marzo, per iniziativa dell’Unione del Commercio si terrà lungo il viale teatro delle devastazioni una fiaccolata allo scopo di ribadire la candanna ad ogni forma di violenza e per solidarizzare con gli aggrediti: agenti delle forze dell’ordine, commercianti e malcapitati cittadini. Sono previste le presenze dei più importanti leaders nazionali di entrambi gli schieramenti politici, dell’attuale sindaco, del presidente della Provincia e dei due candidati alle elezioni amministrative di maggio Letizia Moratti e Bruno Ferrante.
Nelle ultime ore stanno emergendo maggiori dettagli sulla premeditazione dell’assalto a Milano con chiare responsabilità di alcuni centri sociali da cui, secondo la Digos, sarebbero partiti i manifestanti già attrezzati per la guerriglia. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera di oggi, i pubblici ministeri, raccolte le testimonianze e i filmati degli scontri dalle forze dell’ordine, sarebbero convinti della piena responsabilità della maggior parte delle persone arrestate subito dopo gli scontri. Si parla di reati che comportano pene tra gli 8 e i 15 anni di reclusione.
Per manifestare a favore del rilascio immediato degli arrestati, dopo il presidio di domenica davanti al carcere di San Vittore a cui ha partecipato anche un consigliere provinciale di Rifondazione Comunista, è stato organizzato ieri un picchetto al liceo scientifico Tenca da parte del collettivo studentesco (di sinistra) a cui si oppone questa mattina un contro-picchetto voluto dal comitato dei genitori di chi vuole continuare a frequentare le lezioni. Il questore Scarpis ha intanto vietato il corteo dei centri sociali previsto sempre per la giornata di giovedì per solidarizzare con i “manifestanti” di sabato, autorizzando unicamente un raduno davanti al carcere milanese.
L’emergere di fatti e responsabilità ben precise ha fatto perdere le staffe alla sinistra, il Ds Violante ha infatti deciso di accusare il governo per quanto accaduto cercando in questo modo di allontanare dalla testa dei cittadini l’ipotesi che vi sia un legame politico tra gli ambienti da dove provengono i teppisti e alcuni partiti dell’Unione.
L’ex presidente della Camera, attraverso l’ampio spazio a lui dedicato da l’Unità, sostiene che i fatti di sabato si sarebbero potuti prevenire in quanto come confermato dalla Digos l’organizzazione della manifestazione non autorizzata era in preparazione da una decina di giorni. Violante, nel tentativo grottesco di ribaltare la realtà come da scuola comunista, dimentica che gli agenti delle forze dell’ordine si erano schierati in maniera massiccia in corso Buenos Aires e proprio grazie al muro umano da loro eretto gli scontri non si sono propagati a tutta la zona.
A confermare quanto l’Unione non intenda realmente dissociarsi dai centri sociali responsabili dei gravi fatti di Milano ci hanno pensato, oltre al consigliere provinciale di Rifondazione che sostiene il presidente diessino della Provincia, tutti gli eletti della sinistra al Consiglio di Circoscrizione 3.
In occasione della seduta consigliare di ieri la maggioranza di centrodestra ha presentato un documento di condanna "dei gravissimi fatti accaduti la mattina di sabato 11 marzo in corso Buenos Aires e vie limitrofe, causati da appartenenti ad alcuni centri sociali sia milanesi che di altre città, allo scopo di impedire l'agibilità politica di una formazione di destra". Nel testo venivano espresse anche le ragioni che sono alla base dell’adesione dei leaders della sinistra alla fiaccolata di domani in quanto si veniva espressa "la propria solidarietà a tutti coloro, forze dell'ordine, commercianti e cittadini, che sono stati vittime di tali episodi, ed in particolare ai bambini coinvolti nei gravi atti di vandalismo". Venivano definiti "i gravissimi episodi delinquenziali di violenza, teppismo e guerriglia urbana, totalmente estranei ai valori ed alla prassi politica della secolare tradizione cattolica, liberale e socialista di Milano, valori e prassi che hanno fatto di Milano città medaglia d'oro alla resistenza e fermo baluardo ai terrorismi di ogni matrice". Il documento concludeva condividendo la "decisione dell'amministrazione comunale di costituirsi parte civile nel processo contro gli autori dei suddetti episodi di violenza, teppismo e guerriglia urbana, al fine di ottenere il giusto risarcimento dei danni morali e materiali provocati alla nostra città ed ai nostri concittadini" indicando anche l’adesione dell’istituzione del decentramento milanese "alla manifestazione-fiaccolata indetta dall'Unione del Commercio per giovedì 16 marzo".
Quando vi è stato il momento di votare il documento, che come indicato non conteneva alcun attacco alla sinistra e nemmeno accuse di vicinanza politica con i responsabili delle violenze al punto che nemmeno il termine "sinistra" veniva citato nello scritto, l’Unione ha abbandonato l’aula rendendo in questo modo impossibile la votazione.
Questo grave episodio avvenuto in una sede istituzionale, competente per territorialità a trattare le problematiche i fatti del viale teatro degli scontri, dimostra in maniera cristallina l’assoluta volontà della sinistra di non rompere con il mondo dei centri sociali inclusi quelli che si dedicano alla guerriglia urbana.
Ci chiediamo con che faccia gli esponenti dei partiti di questa sinistra avranno la spudoratezza di partecipare al corteo di giovedì affianco a chi è stato offeso e danneggiato da coloro che hanno assolto politicamente.