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Web Blog delle Libertà

08 marzo 2006

Informazione e tv, il diritto negato dalla sinistra

Il leader dell'Unione, in occasione della trasmissione Porta a Porta andata in onda ieri sera, ha ribadito la sua volontà di non voler partecipare al confronto televisivo con Berlusconi. La scusa principale è sempre la stessa, ovvero la prevista conferenza finale del Premier sul bilancio delle cose fatte in questa legislatura. Il Corriere della Sera di oggi, che dà ampio risalto al tema dei duelli televisivi facendo una carrellata storica con riferimenti non solamente italiani, indica ulteriori paure del Professore. Il portavoce Sircana sottolinea la mancanza di «garanzie» come il «posizionamento dei candidati in studio, di posizionamento delle telecamere, di regole di regia, di tempi regolamentati per le domande». In pratica il timore dei curatori dell'immagine prodiana è quella che il loro assistito risulti più brutto e meno chiaro nel parlare del normale. Preoccupazioni che ci sentiamo di condividere anche alla luce dell'apparizione di ieri da Vespa, durante la quale rimanere svegli è stata veramente un'impresa.
Prodi era particolarmente in difficoltà quando ha dovuto parlare delle cose concrete in riferimento al programma unionista. il conduttore, ogni volta che si toccava un tema inerente l'economia o il fisco, lo incalzava con la richiesta di indicare le coperture finanziare che l'intervistato era restìo a fornire. Come riporta anche l'Unità di oggi Prodi ha reagito ad un certo punto in maniera stizzita, auspicando che anche a Berlusconi vengano fatte «domande piene di dettagli» in occasione della prossima partecipazione televisiva.
Ieri, infatti, è stata veramente dura per il candidato dell'Unione andare oltre ai proclami generici di una coalizione divisa su tutto, inclusa la concezione della società e la visione dei rapporti con il mondo. Le stesse 281 pagine del presunto programma del centrosinistra sono costruite ad arte per non dire nulla di concreto e di realmente comprensibile per i cittadini se non l'avversione a Berlusconi. Contrariamente, come si è tante volte affermato, il programma del centrodestra è comprensibile a tutti perché parla di obiettivi concreti. Non a caso Prodi ha sentito la necessità, nei giorni scorsi, di cercare di dare elementi certi all'elettorato. Impresa mal riuscita con la sparata dell'abbassamento dei 5 punti del cuneo fiscale (10 miliardi di euro) da coprire con il generico «recupero dell'evasione fiscale», ovviamente non quantificato.
Altro esempio clamoroso quello dell'aiuto alla natalità. Sulla scia del bonus bebè, inizialmente criticato aspramente, Prodi ha proposto un bonus per i ragazzi fino al termine dell'obbligo scolastico e possibilmente protratto ulteriormente in avanti come aiuto all'inserimento nel mondo del lavoro. Il riferimento è ai famosi 2500 euro, da raggiungere attraverso un lifting fiscale e cioè prevedendo la trasformazione degli sgravi e degli assegni familiari già esistenti e potenziati dall'attuale governo. Prodi è e rimane un candidato di facciata, ma non si può trascurare il fatto che sia stato scelto alle elezioni primarie, seppur in contrapposizione ad un unico vero avversario che è Bertinotti. Per questo motivo dovrebbe sentirsi in dovere di non dare l'impressione al popolo della sinistra di nascondersi per paura dell'avversario.
Oltre a questa considerazione va fatto un ragionamento sulla coerenza in termini di rispetto delle regole e del Parlamento. Prodi e la sinistra hanno voluto nella precedente legislatura la legge sulla «par condicio», al di là delle considerazioni su questo provvedimento si è pur sempre trattato di una decisione del Parlamento. Lo stesso Parlamento, come previsto dalla legge stessa, ha il compito di deliberare le forme di attuazione del provvedimento. Come si può risultare credibili agli occhi degli italiani quando si vuole utilizzare la par condicio per non fare parlare l'avversario in un contraddittorio?
Nel 2001, quando il regolamento della Commissione sulla Vigilanza non parlava dei faccia a faccia, Berlusconi chiese di potersi confrontare con il vero leader della sinistra D'Alema e non con il candidato di facciata Rutelli. L'atteggiamento di Berlusconi non fu quindi di preclusione nei confronti degli avversari. In questi giorni invece assistiamo, Diliberto escluso e per ciò contestato, alla volontà dei vari leaders della sinistra di evitare Berlusconi nelle trasmissioni televisive, indebolendo in questo modo il diritto ad essere informati dei cittadini per puro calcolo di parte, convinti come sono della capacità del Premier di parlare di cose concrete. Il Parlamento, se il boicottaggio della sinistra dovesse continuare, ha il dovere e dispone ancora del tempo necessario per valutare eventuali modifiche al regolamento di attuazione della par condicio, in modo tale che ai cittadini non sia negato il diritto di potersi costruire una propria opinione attraverso il confronto delle idee e dei leaders dei due diversi schieramenti.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Carissimo,
Ieri ho provato a seguire Prodi a Porta a Porta..ma..dopo i primi 20 minuti sono crollata in sonno profondo!E' decisamente impossibile stargli dietro...
Stasera è il turno di Berlusconi..:))
Per lo scontro Romano - Silvio il NO era inevitabile... a proposito di NIET, guarda questo simpatico video sui pericoli della sinistra http://www.alleanzanazionale.it/an/audiovideo/conferenza%20programmatica%202006/video_ipericolidellasinistra_mq.wmv

Un abbraccio e a presto!
Stammi bene!
Stella

21:15  

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