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Web Blog delle Libertà

27 febbraio 2006

Milano: 12 mila in festa ad accogliere Berlusconi

Il Mazdapalace di Milano ha ospitato sabato mattina l'incontro del popolo di Forza Italia con il suo leader Silvio Berlusconi. Nonostante la giornata fosse piovosa le persone, per assicurarsi i posti migliori, erano già in fila ai cancelli fin dalle otto, ovvero ben un ora e mezza prima dell'inizio preventivato della manifestazione. Passati i cancelli si accedeva ad una grande tenda azzurra dove tavoli organizzati dai militanti azzurri venivano letteralmente presi d'assalto da donne, uomini, ragazze e ragazzi che volevano assicurarsi i gadgets e il materiale informativo di Forza Italia, soprattutto i cappellini con la scritta «Berlusconi Presidente». Alla fine del tendone si trovava la vera entrata del palazzetto, scese le scale e passata la zona bar si aveva accesso alla platea e agli spalti che si riempivano velocemente ma con grande ordine. Grandissimo il numero dei giovani che si distribuivano ovunque ben al di la della zona ad essi dedicata. Nell'attesa che arrivasse il presidente Berlusconi suonavano le note dell'inno del movimento e di «Azzurra Libertà», motivo presentato la prima volta nel 2000 con la Nave Azzurra, che venivano accompagnate dal coro. Ogni volta che il volume veniva alzato, pensando che ciò annunciasse l'ingresso del Premier, il pubblico si alzava in piedi ad applaudire sventolando con ancora più vigore le bandiere tricolore di Forza Italia. L'atmosfera festosa e amichevole non poteva fare a meno di contagiare tutti, incluso il sottoscritto intento a prendere nota di quanto stava accadendo. I ragazzi del Motore Azzurro e i giovani de il Circolo, chiaramente riconoscibili dalle loro allegre felpe con tanto di loghi, aiutavano nel servizio d'ordine e distribuivano bellissimi iris a tutte le ragazze e le donne presenti.
L'arrivo di Berlusconi è stato accolto dall'inno nazionale e da un fragore di applausi che è durato diversi minuti e che ha fatto pronunciare al Premier la frase scherzosa: «Siete voi il mio spinello!» alludendo a ciò che realmente può caricare una persona, l'affetto di così tanta gente. «Vi nomino tutti missionari di verità» sono state alcune tra le prime parole pronunciate dal leader al suo popolo. L'esortazione rivolta a tutti i presenti a prodigarsi per spiegare agli amici e ai conoscenti quali sono stati i numerosi successi conseguiti dal Governo più lungo della storia della Repubblica.
Ogni iniziativa presa dal Governo, ha spiegato Berlusconi, prende forma dal tipo di concetto che uno schieramento politico ha della società e dello stato. La sinistra ha come riferimento uno Stato che invade gli ambiti della società restringendo il livello di libertà dei cittadini. Un esempio lampante della differenza di impostazione tra la Cdl e l'Unione vi è, ad esempio, con la proposta di legge presentata dalla sinistra per sostituire l'anno di leva obbligatoria con uno da impegnare con il servizio civile, oggi volontario. Idea contraria alla libertà dell'individuo e nemmeno necessaria visto il grande incremento di adesioni a tale servizio voluto dal governo come possibilità e non come imposizione per coloro che vogliano aderire. La sinistra, ha continuato il Premier, ritiene di poter organizzare un mondo perfetto in cui tutti hanno secondo il proprio bisogno e non su basi meritocratiche. Idea mai realizzata nella pratica da quella che è stata «l'impresa più disumana della storia: il comunismo». Ideologia fallimentare alla quale hanno sempre creduto i politici di professione della sinistra.
La vera scelta del 9 e 10 aprile è, quindi, tra chi vuole promuovere la libertà e chi la supremazia dello stato sulla persona. Una supremazia da raggiungere anche per sistemare le proprie clientele attraverso la moltiplicazione di enti e autorities. Il partito delle tasse vorrebbe, in caso di vittoria elettorale, contrastare il debito pubblico ereditato dal passato attraverso l'imposizione di nuove tasse come ad esempio quella sulle seconde case approvata dalla Regione Sardegna, oppure colpendo i risparmi come bot, cct e titoli azionari.
Una parte importante delle considerazioni sull'operato del Governo è stata posta sul tema della politica estera. L'Italia, precedentemente a questi cinque anni, non era considerata in ambito europeo perché ritenuta inaffidabile per non avere una linea coerente e ben definita. Un episodio di inversione di rotta in tal senso è rappresentato dall'aver ottenuto per il nostro Paese la sede dell'Agenzia europea per l'Agricoltura che Prodi, da Commissario europeo, aveva quasi regalato alla Finlandia. Altro esempio di un nuovo peso dell'Italia nello scacchiere europeo è quello di essere riusciti ad imporre come nuovo Presidente della Commissione Ue un esponente del partito popolare contro il volere di Francia e Germania. Un'importanza assunta anche a livello mondiale dopo il minimo storico raggiunto con l'operazione Ochalan voluta dal governo presieduto da D'Alema. L'Italia avendo perseguito l'idea di un Occidente compatto con saldi rapporti tra Usa e Unione europea ha saputo contribuire anche a far avvicinare la potenza russa all'Alleanza atlantica, grazie al G7 del 1994 e il G8 del 2001, con la speranza di aver prodotto un fronte saldo per le prossime sfide del mondo moderno, in primis quella del terrorismo fondamentalista di matrice islamica.
L'intervento è quindi tornato su temi prettamente nazionali quali quello della riforma costituzionale, che porterà ad un dimezzamento dei tempi di approvazione delle leggi, ad un premierato forte come nel resto d'Europa e alla devolution che, attribuendo alle regioni l'esclusività dell'organizzazione sanitaria e scolastica, conduce ad una maggiore responsabilizzazione delle istituzioni davanti ai cittadini.
Altri temi di particolare importanza che sono stati affrontati riguardano il progresso della Nazione: la digitalizzazione della pubblica amministrazione, l'attuazione del piano delle infrastrutture, la legge Biagi. Per ciascuno di questi argomenti sono stati evidenziati gli straordinari risultati raggiunti dal Governo. A seguire è stata illustrata la riforma scolastica, l'istituzione del poliziotto e del carabiniere di quartiere e i conseguenti successi ottenuti in termini di riduzione degli episodi criminosi, la riforma della protezione civile, per non parlare dei tanti codici approvati che hanno consentito la sostituzione di una miriade di leggi con poche norme fondamentali e chiare.
Berlusconi ha voluto lasciare per la fine dell'incontro l'illustrazione di alcuni dei punti del nuovo programma della Cdl, che non può che basarsi soprattutto sulla continuazione di quanto fatto con l'esperienza di governo. Non è mancato un riferimento a Letizia Moratti, con un augurio che è anche certezza di vederla presto sindaco di Milano e una promessa. L'impegno a non lasciare la politica fino a quando in Italia i cittadini non avranno raggiunto la certezza di poter contare su una magistratura veramente efficiente e trasparente grazie alla separazione delle carriere. L'ultimo saluto Berlusconi l'ha voluto dedicare ad un gruppo di cittadini particolare: coloro che furono i fondatori dei Comitati civici nelle elezioni del 1948, quando ancora una volta la scelta era tra chi difendeva la libertà e chi faceva riferimento all'ideologia comunista e tutti furono chiamati alla coerenza del voto cattolico.