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Web Blog delle Libertà

29 marzo 2006

L'Unità difende la Cina maoista

Silvio Berlusconi, in occasione del suo intervento alla convention di Napoli, ha fatto riferimento ad alcuni gravi episodi che sono accaduti durante il regime di Mao Tse Tung, pronunciando la frase: «nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi». Una frase forte, pronunciata riferendosi ovviamente ad un passato lontano, ma utile per porre l'accento sui rischi sempre presenti quando vi è l'ipotesi che in un qualsiasi Paese del mondo i comunisti arrivino al potere. Il Premier ha messo bene in evidenza, grazie ad una frase di effetto e verità, come l'ideologia comunista al potere possa far degenerare qualsiasi nazione, anche quelle con una ricchissima tradizione storica e culturale come la Cina, in un regime dove il pensiero dominante diviene quello che porta a considerare i singoli individui come pedine e non persone, sacrificabili per gli interessi della collettività e dello stato.
Certamente l'Italia del 2006 non è la Cina degli anni cinquanta. Ma tante possono essere le forme di condizionamento e di restrizione della vita democratica. Gradi di libertà inferiore si potrebbero avere qualora, ad esempio, l'intero mondo dell'informazione finisse sotto il controllo di una sola parte politica, stesso ragionamento per la scuola, per la magistratura, per il sistema degli intrecci economici e sindacali. Il centrosinistra, anche questa volta, ha voluto strumentalizzare l'intervento del Premier a fini elettorali, crediamo tuttavia che in questo periodo di difficoltà economiche il gioco possa rivelarsi un boomerang. Diciamoci con franchezza che, considerati i problemi legati all'immigrazione clandestina e alla concorrenza sleale delle merci asiatiche, difficilmente un cittadino italiano possa provare un affetto spasmodico nei confronti del grande Paese asiatico. Questo sentire diffuso può essere discutibile, ma resta un fatto innegabile.
L'Unità, oggi, dedica molto spazio alla frase di Berlusconi, per confezionare la tesi politica di un Presidente del Consiglio che «scredita l'Italia nel mondo» come ha affermato Prodi. Evidentemente, per chi è figlio dell'ideologia comunista, parlare di storia è a volte sconveniente. Probabilmente per questo motivo, i libri di testo scolastici hanno taciuto per molti decenni quella parte di verità, scomoda al disegno di conquista del potere in Italia, su cosa sia stato il comunismo nel mondo. Il giornale diessino va però oltre al semplice attacco al nemico politico da abbattere e tenta di negare, o quantomeno screditare, la verità storica alla base delle affermazioni di Berlusconi. «Berlusconi fa arrabbiare anche la Cina», secondo l'Unità che definisce «ingiurie» le frasi pronunciate dal Presidente del Consiglio. Il meglio o il peggio del negazionismo storico viene raggiunto con l'articolo di Bruno Gravagnuolo dal titolo: «Il Libro nero del Premier» che troviamo in prima pagina.
Viene citato il saggio di Jean Luis Margolin in cui è spiegato come il regime indusse una serie di carestie con lo scopo di attuare una collettivizzazione di massa e, contemporaneamente, l'industrializzazione delle campagne. L'Unità sceglie di puntualizzare come le carestie fossero da sempre appartenute alla storia millenaria cinese, quindi non sbaglia chi se la prende col povero Mao considerato come promotore di vecchie tradizioni. Più avanti, arrivati al riferimento ai bambini bolliti, l'autore dell'artico sottolinea la non validità tecnica della procedura allo scopo di concimare il terreno, cercando di fare dello stupido spirito su una vicenda così tragica, nel tentativo di dimostrare la non veridicità di quanto riportato Mergolin definito «un dettaglio non confermato da altre fonti storiografiche». Infine viene affrontato il pezzo che si riferisce agli episodi di cannibalismo avvenuti durante le carestie volute da Mao definendolo «qualcosa di plausibile», tuttavia per non accusare il comunismo si fa riferimento ad episodi analoghi avvenuti nella Russia zarista.
Ancora una volta la sinistra di derivazione comunista affronta con imbarazzo la storia che riguarda i suoi intrecci passati, tentando di distorcerla. Accanto a questo dobbiamo sottolineare il diverso trattamento dato agli Usa di Bush rispetto alla Cina di Mao. Solo pochi giorni fa, l'Unità faceva da grancassa alle assurde accuse di Prodi e C. all'ingerenza americana nella nostra campagna elettorale per la questione del comunicato indirizzato ai cittadini statunitensi in cui venivano accennati gli scontri di Milano ad opera dei no global dei centri sociali. Non ci resta che notare come una parte del mondo politico italiano dimostri chiaramente quali sono le sue preferenze, difendendo una vecchia dittatura sanguinaria ed essendo sempre pronta a criticare ed attaccare la più grande democrazia del mondo.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Berlusconi una povera vittima ? L'america una grande democrazia ?
Ma non sarebbe ora di smetterla di sniffare acidi ?

19:52  

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