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Web Blog delle Libertà

28 marzo 2006

Prodi scappa da Mediaset e offende una parte del Paese

«Chi è completamente teledipendente vota di più Berlusconi» questa è la profonda considerazione dello «statista» Romano Prodi, riportata su l'Unità di oggi, che lo ha convinto a non partecipare a nessuna trasmissione di approfondimento politico sulle reti Mediaset, persino a quella di Enrico Mentana amico di Della Valle. Un clamoroso cambio di opinione del candidato premier dell'Unione a poche settimane dalla sua proposta provocatoria di sfidare in tv Berlusconi, Fini e Casini contemporaneamente con Emilio Fede come moderatore, come sottolineato polemicamente da Antonio Polito sul Corriere della Sera di oggi. Contemporaneamente il presidente Ds D'Alema si riscopre desideroso di partecipare assieme a Berlusconi a Ballarò su Rai Tre dopo che solamente il 7 marzo si era opposto alla presenza del Premier al medesimo programma.
Qualcosa sta cambiando nelle strategie comunicative della sinistra che, evidentemente, ritiene di dover dare sempre maggiore voce ai singoli leaders di partito. Il fine è duplice: farsi una guerra interna per il voto di lista al Senato dove Margherita e Ds corrono separati, dove i Ds in particolare possono subire un danno anche a causa dell'offensiva laicista della Rosa nel Pugno; il timore che la partecipazione di Prodi a trasmissioni dove l'aspro confronto necessita che il candidato alla presidenza del Consiglio padroneggi idee chiare, ben definite e soprattutto condivise da tutta la coalizione, possa rappresentare un boomerang per l'intero centrosinistra.
Questo cambio di strategia necessita di una tesi affinché possa essere portata avanti senza che i suoi artefici possano subire accuse di codardia politica, ecco allora che gli organi di informazione della sinistra, con in testa il quotidiano diessino, attaccano la presunta mancanza di pluralismo di Mediaset evidenziando dati fasulli in riferimento ai tempi dedicati ai singoli schieramenti. Numeri che non tengono conto degli interventi istituzionali di Berlusconi in qualità di premier in occasione di eventi quali l'incontro della Confindustria o la partecipazione al Congresso americano incredibilmente non trasmesso in diretta dal servizio pubblico. Il solito doppio metro della sinistra che fa finta di non ricordare come la Rai di Zaccaria, un'azienda di tutti gli italiani, dedicasse al centrosinistra il doppio dell'attenzione data al centrodestra proprio perché ampio risalto veniva dato all'attività del Governo. Persino il segretario della stampa italiana Paolo Serventi Longhi ha commentato la scelta di non far partecipare Prodi alle trasmissioni di Mediaset affermando come «l'ostracismo a un mezzo di informazione o l'altro non sia mai condivisibile: i telespettatori di Mediaset meritano attenzione».
La frase sui «teledipendenti» che sarebbero più orientati a votare per il centrodestra merita grande risalto in quanto è tema ricorrente per la sinistra considerare gli elettori potenziali e reali di Berlusconi come inferiori dal punto di vista culturale o morale. L'Unità in particolare è avvezza a questo tipo di razzismo intellettuale e nel recente passato noi di Ragionpolitica.it abbiamo evidenziato più volte questo atteggiamento pericoloso per perché tende a spaccare il paese. Gli spettatori delle reti del Biscione sono cittadini che meritano lo tesso rispetto e la stessa considerazione di quelli che guardano la Rai e le televisioni regionali e hanno il diritto di sentire cosa ha da proporre loro entrambi i candidati a palazzo Chigi. Se Prodi fosse un politico e una persona coerente ci dovremmo aspettare a questo punto una rinuncia alla partecipazione al secondo faccia a faccia con Berlusconi previsto per il 3 aprile presso lo studio ovattato, tipo sala operatoria, approntato dal servizio pubblico.
La verità è che a pochi giorni dalle elezioni la sinistra non è più così convinta di vincere e cerca di preservare il suo candidato dai confronti politici con gli avversari che possono godere, a differenza di quanto avviene dnell'Unione, di idee e una visione comune della società e del mondo.