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Web Blog delle Libertà

08 febbraio 2006

Tutti insieme separatamente

Sabato 11 febbraio si terrà una convention dell'Unione in occasione della quale sarà reso pubblico il programma del centrosinistra, con tanto di attrice a presentare la commedia. Il mitico programma del centrosinistra, quelle tanto annunciate 250 e passa pagine di cui si vanta Prodi come se essere prolissi sia sinonimo di ricchezza di contenuti e come se la validità e la chiarezza delle idee si misurassero dal sarto o dal geometra, potranno essere finalmente svelate alla bramosa curiosità dell'Italia intera. Possiamo già prevedere quali acrobazie linguistiche stiano compiendo gli autori del prezioso scritto per diluire all'interno di lunghe frasi al bromuro le poche e confuse idee dell'armata antiberlusconiana. Oggi persino l'Unità, alle pagine 2 e 3, non riesce ad omettere la totalità degli episodi di ieri in materia di lancio dei coltelli in quel circo chiamato Unione.
La mancata censura sulle divisioni dell'alleanza è motivata dal fatto che i Ds non riescono a mandare giù il rospo di Rifondazione Comunista, che attraverso le pagine di Liberazione si è opposta all'idea di vedere un rappresentante del principale partito della sinistra sulla poltrona di Montecitorio in caso di vittoria elettorale, per non parlare delle critiche mosse dal partito di Bertinotti nei riguardi della candidatura dell'ex pm D'Ambrosio. Fassino ha quindi ricambiato il favore ieri a Repubblica Radio attaccando la candidatura del no global Caruso, che ha contestato le Olimpiadi di Torino, definendola «un problema politico». A questo ha aggiunto la condanna alla proposta surreale di Rifondazione di requisire le case sfitte definendola «irrealistica e impraticabile», motivando l'episodio come conseguenza della nuova legge elettorale proporzionale «voluta dal centrodestra».
A questo punto è giusto soffermarsi sull'osservazione di Fassino e dirgli che ha perfettamente ragione. Uno dei pregi della nuova legge elettorale, che tra l'altro rappresenta realmente le forze in campo meglio rispetto al sistema uninominale, è proprio quello di consentire alle singole forze politiche di mettere in evidenza le proprie differenze e peculiarità favorendo le alleanze tra simili. Ecco allora che la marcia di avvicinamento alle elezioni favorisce sempre più la messa in evidenza delle diversità politiche enormi presenti nell'Unione, un cartello elettorale elaborato in funzione del vecchio sistema elettorale unicamente in chiave antiberlusconiana. La sinistra sembra non aver compreso appieno la novità del proporzionale con premio di maggioranza e ragiona ancora in termini di annessione degli opposti come se la politica fosse solo aritmetica.
L'ingresso dei radicali nel centrosinistra, che hanno di fatto annesso politicamente lo Sdi, si sta rivelando un problema in più nell'ambito degli equilibri del centrosinistra. Giorni fa abbiamo riportato lo scontro a distanza tra la Bonino e la Bindi sui temi non secondari che prendono in causa la visione della società e i rapporti tra Stato e Chiesa: pacs, finanziamenti alle scuole private, otto per mille, pillola abortiva ed eutanasia. Il Corriere della Sera di oggi, a differenza de l'Unità, dà grande attenzione allo scontro avvenuto ieri tra Rutelli e Boselli. L'ex radicale Rutelli con aspirazioni neodemocristiane attacca di nuovo il leader dello Sdi attraverso le pagine di Europa, definendolo «imbarazzante appendice dei radicali». Il «radicale di fatto» replica con altrettanta durezza affermando che «Rutelli è il braccio armato di Ruini». Mentre la Rosa nel Pugno apre un altro fronte di scontro chiedendo che nei primi 100 giorni di un possibile governo dell'Unione all'obiettivo dei pacs sia aggiunto quello dell'abolizione della nuova legge sulla droga, Pecoraio Scanio minaccia di non firmare il programma elettorale «se non ci sarà un no chiaro al nucleare».
Le notevoli e palesi difficoltà che il centrosinistra ha nel mettere insieme qualche cosa che assomigli ad un programma vengono minimizzate in maniera imbarazzante dal giornale diessino, che testualmente afferma: «Manca ancora qualcosa. Su tre o quattro punti l'accordo sul programma dell'Unione ancora non c'è. Unioni civili, legge Biagi, nucleare e legge Moratti». Risulta veramente comico, espressione cara a qualche politico amante della barca a vela, che argomenti così nevralgici per il concetto di famiglia e la riforma che all'Italia si vuole dare siano trattati come qualcosa di ornamentale. A questo punto è logico aspettarsi che il programma che sarà presentato sabato, depurato dai sofismi e dalle creazioni dei parolai, contenga ben poco di chiaro e di umana comprensione.