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Web Blog delle Libertà

23 aprile 2007

La sinistra radicale vuol coprire Milano di rifiuti

(Articolo del 24 febbraio 2007)
Ogni cittadino europeo produce all'anno una media di 527 chilogrammi di rifiuti. Il 54% finisce in discarica, il 19% viene incenerito e il 27% viene riciclato o utilizzato per compostaggio. In Italia solo l'8,7% dei rifiuti viene incenerito, con recupero di energia, mentre quasi il 70% va ancora in discarica. Questo nonostante le caratteristiche di elevata urbanizzazione della Penisola e il grande numero di siti di interesse archeologico che rendono il territorio poco adatto ad essere riempito di rifiuti.
La triste realtà italiana, anche in questo caso, è quella di avere una buona parte della classe politica che per ragioni di interesse elettorale tende a non volersi assumere la responsabilità di decidere ciò che è meglio fare per l'interesse comune. Nell'ambito delle politiche di gestione ed impiego dei rifiuti la mancanza di decisionismo rischia di favorire anche la malavita organizzata, la quale da tempo agisce nel campo dello smaltimento.
A Milano nelle ultime settimane si è inasprita la polemica relativa alla realizzazione del secondo impianto di termovalorizzazione sul suolo cittadino. La giunta del Consiglio provinciale, retta dal diessino Penati, ha infatti annunciato di voler bloccare la realizzazione di tre nuovi termovalorizzatori, uno dei quali previsto sul suolo del Comune di Milano. Come spesso accade a livello nazionale con il governo Prodi, la sinistra radicale tiene sotto ricatto gli alleati ulivisti impedendo di compiere scelte utili alla comunità. Poiché il piano rifiuti del Comune di Milano era stato deciso con lungimiranza nel 2001 proprio alla luce della tendenza di crescita nella produzione di rifiuti della città (507 mila tonnellate in più ogni anno), la mancata realizzazione degli impianti comporterebbe nel 2011 l'impossibilità di smaltire completamente i rifiuti se non attraverso l'apertura di nuove discariche.
Verdi e Rifondazione Comunista sono infatti contrari alla realizzazione degli impianti di termovalorizzazione sostenendo la tesi che siano altamente inquinanti, soprattutto dal punto di vista della produzione delle famigerate polveri sottili. In realtà i dati empirici smentiscono le loro affermazioni: le centraline che rilevano le concentrazioni di particolato fine nell'aria di Milano indicano maggiori livelli ove non è presente l'impianto già esistente, al contrario vi è una maggiore concentrazione in aree abitate, a causa dell'attività delle caldaie condominiali.
Le sinistre sono solite citare spesso come esempi di buon governo i paesi del Nord Europa. Bene, il caso Copenahgen dovrebbe insegnare qualcosa a tutti. Attualmente infatti la capitale danese segna il record europeo della percentuale di rifiuti che vengono inceneriti con recupero di energia: il 37%! Ci chiediamo se qualcuno lo abbia comunicato ai compagni rossi e verdi di Bertinotti e Pecoraro Scanio. Probabilmente certa sinistra trova le motivazioni della propria propaganda contro la modernizzazione nell'avversione verso la società dei consumi e quindi verso il modello di sviluppo occidentale. In questo modo si spiega anche il loro, quasi fanatico, sostegno al riciclaggio dei materiali a prescindere dalla convenienza economica dei processi di trattamento e dalla sua effettiva attuazione pratica.
In Lombardia sembra quindi preannunciarsi un braccio di ferro istituzionale tra Comune, Provincia e Regione. Quest'ultima, che non vuole seguire la strada della Campania amministrata da Bassolino, ha già preannunciato che metterà il veto sul piano della Provincia nel caso in cui Palazzo Isimbardi dovesse ratificare la mancata realizzazione dei termovalorizzatori.
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