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Web Blog delle Libertà

21 novembre 2007

Racconto da un gazebo milanese

(Articolo del 20/11/07)
Aderisco a Forza Italia dal 1995 e da allora ho partecipato con immutato entusiasmo a tutte le iniziative di mobilitazione a cui sono stato chiamato a dare il mio contributo. Ciò nonostante, posso affermare di non aver mai vissuto nulla di paragonabile a quanto accaduto nel fine settimana appena trascorso. Quando il presidente Berlusconi diede l'annuncio della mobilitazione per chiedere le immediate elezioni in caso di caduta del governo Prodi, ponendosi l'ambizioso obiettivo di raccogliere 5 milioni di firme, non nascondo di aver ritenuto tale traguardo difficilmente raggiungibile, soprattutto dopo l'esito della votazione al Senato sulla Finanziaria. Non era follia immaginare che i cittadini, desiderosi di veder cadere uno dei peggiori governi della storia repubblicana, avrebbero potuto vivere sentimenti di delusione che, a loro volta, avrebbero potuto tradursi in una minore partecipazione all'iniziativa. Sono bastati invece i primi raggi di sole di una fredda mattinata di novembre per capire che questo fine settimana non lo dimenticherò mai.
Venerdì 16 novembre. Sono le ore 9.30. Assieme ad alcuni amici abbiamo appena ritirato il materiale dalla sede regionale di Forza Italia di viale Monza. Il nostro compito è quello di presidiare piazza Lima, il nostro gazebo dovrà unirsi agli altri due che sono già dislocati sull'asse del rinomato corso Buenos Aires, primaria via commerciale milanese. Non è la prima volta che gestisco un gazebo in questa zona, la piazza non è molto grande e per questo motivo occorre usare una piccola struttura che andrà montata e smontata ogni giorno. Prendiamo il materiale dall'auto, trasportiamo tutto in piazza e cominciamo ad allestire il tavolo e a montare la struttura metallica del gazebo. Sono passati pochi secondi e un signore anziano si avvicina chiedendomi: «Si firma qui per mandare a casa Prodi?». Rispondo che questa manifestazione serve proprio per ottenere lo scioglimento delle Camere nel momento in cui il governo dovesse cadere; per ridare la parola agli elettori. Chiedo quindi agli amici di sostituirmi nel lavoro di allestimento e mi accingo a registrare la prima firma della giornata. Era bastato un semplice tavolino bianco sguarnito di ogni cosa, comprese le bandiere di partito, a richiamare quel gentile signore che, con ogni evidenza, era arrivato prima di noi e ci stava aspettando.
L'episodio non rimane isolato e presto si forma un gruppetto di cittadini attorno a noi, che siamo ancora alle prese con l'allestimento del presidio. Prendono il giornale di Forza Italia e chiedono quando cadrà il governo, dicono che non è più possibile andare avanti in questo modo. Le donne e gli anziani sono, come spesso accade, i più attenti alle questioni inerenti il bilancio famigliare e infatti denunciano la difficoltà nel far quadrare i conti «mentre quelli al governo pensano alle loro poltrone». Molti insistono sul tema della sicurezza, dicendoci che torneranno più tardi coi documenti in quanto non si fidano a portarli sempre con loro per paura di essere scippati. Una signora dall'aspetto gentile, uscita dal portone di un palazzo distante pochi metri dal gazebo, dopo aver firmato ci ringrazia per il nostro lavoro. Nei giorni a seguire tornerà, come anche altre persone, a trovarci, chiedendo a che punto siamo con la raccolta delle adesioni.
Durante il week end le persone saranno così tante che non dovremo nemmeno richiamare l'attenzione dei passanti. I fogli per le adesioni si moltiplicano sui nostri tavoli (nel frattempo abbiamo dovuto persino chiedere ad un bar di prestarci due tavolini) e si formano delle piccole file di giovani, donne, lavoratori, anziani. Tutti vogliono firmare. Dobbiamo persino dire di no a vari gruppi di ragazzi non ancora maggiorenni, che comunque ringraziamo regalando una biro recante la scritta www.governoacasa.org. I giovani e i giovanissimi mostrano di apprezzare l'impegno di Berlusconi e di Forza Italia nella difesa del loro futuro. Sono molti anche gli stranieri che vogliono mandare a casa Prodi; alcuni di loro si avvicinano un po' timidamente e noi li incoraggiamo scambiando due chiacchiere. Firmano tutti perché vogliono vivere in un'Italia sicura ed accogliente allo stesso tempo. Tanti anche gli elettori degli altri partiti del centrodestra e i delusi del centrosinistra. Diverse persone ci portano anche dei moduli con le firme raccolte tra i propri amici. Nei due giorni a seguire il flusso di persone cresce esponenzialmente, costringendoci a chiamare altri amici e conoscenti a darci una mano. Il fast food dall'altra parte della strada diventa l'unico luogo possibile per mangiare un boccone nei pochi minuti a disposizione.
Siamo arrivati a domenica sera, sono le 18 circa e vedo concentrasi un cero numero di poliziotti al bordo della piazza. Dopo pochi minuti vedo arrivare a piedi Silvio Berlusconi con la sua scorta. Evidentemente ha deciso di visitare tutti i gazebo di corso Buenos Aires. Nel frattempo mi sono avvicinato per invitarlo a venire al tavolo delle firme e immediatamente si forma una folla attorno a noi. Berlusconi ci dice di aver appena annunciato in piazza San Babila che Forza Italia si scioglie per confluire nel grande partito del Popolo delle Libertà. Ringrazia i cittadini per le firme. Una persona gli porge il documento di identità per farselo autografare. Tutti lo fotografano, appare molto felice e rilassato. Forse nemmeno il presidente si aspettava una risposta di questo genere da parte dei cittadini.
Alla fine della giornata sono stanco e raffreddato, ma soddisfatto per la consapevolezza di aver vissuto giorni che passeranno certamente alla storia. Alla fine della giornata saranno 8 milioni gli avvisi di sfratto degli italiani al fallimentare governo della sinistra. Mai, nella storia della Repubblica, si era vista una mobilitazione popolare di queste dimensioni.