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Web Blog delle Libertà

30 maggio 2006

Milano premia Forza Italia

La città più importante del Nord ha il suo primo sindaco donna. Letizia Moratti ha infatti saputo conquistare il cuore dei milanesi con la sua intelligenza e tenacia, con la sua grazia e il suo sorriso. Tutto ciò senza dimenticare le sue qualità professionali, note all'opinione pubblica, che l'hanno fatta divenire uno dei simboli dell'efficienza e della volontà di fare del precedente Governo nazionale. In questa campagna elettorale, alle solite menzogne della sinistra sulla riforma della scuola e dell'università attuata dal governo Berlusconi, si sono aggiunti i vili attacchi personali in occasione del corteo del 25 Aprile e di quello del 1° Maggio. Tutto ciò non è bastato ad una sinistra profondamente divisa e incapace di una propria visione strategica di Milano per vincere le elezioni.
Analizzando le ragioni di questo risultato, occorre tuttavia partire dal contributo fondamentale del Presidente Berlusconi, candidato capolista al Consiglio comunale. L'entusiasmo che ancora una volta ha saputo infondere nell'elettorato di centrodestra si è manifestato persino con il voto per i consigli di zona, risultando ovunque il più eletto nonostante non fosse nemmeno presente in lista. Grazie a Berlusconi, Forza Italia ha recuperato tre punti percentuali rispetto alle elezioni nazionali, solitamente più favorevoli al partito azzurro. I milanesi sono evidentemente anche già nauseati dalle poche settimane di governo nazionale della sinistra, caratterizzate unicamente dalla spasmodica occupazione delle poltrone.
Ciò detto nulla va tolto ai meriti politici del candidato sindaco del centrodestra. Letizia Moratti ha conquistato ben cinque punti percentuali con la lista che porta il suo nome. Una lista in cui si presentavano soprattutto personalità espressione delle varie professionalità di cui il capoluogo lombardo è particolarmente ricco. A differenza di ciò che alcuni analisti prevedevano la Lista Moratti per Milano ha dato un valore aggiunto alla coalizione senza «cannibalizzare» gli altri partiti alleati. Situazione opposta nel centrosinistra dove la Lista Ferrante, pur avendo un buon risultato in termini numerici, ha rappresentato un totale fallimento in termini politici. I sette punti presi sono esattamente quelli mancanti alla lista dell'Ulivo rispetto a quanto aveva ottenuto alle politiche di aprile. Ciò vuol dire che il progetto alla base della stessa candidatura dell'ex prefetto è miseramente fallito.
Lista e candidato erano, infatti, stati inventati da Margherita e Ds allo scopo di tentare di guadagnare consensi fra l'elettorato moderato, e soprattutto tra coloro che si sarebbero dovuti rivelare delusi dalla precedente giunta guidata da Albertini. A dimostrazione di quanto affermato, gli strateghi della sinistra milanese avevano politicamente allevato comitati di cittadini un po' in tutto il territorio milanese cercando di cavalcare il normale malcontento legato ai problemi dei cantieri aperti per la realizzazione delle opere pubbliche, dei parcheggi sotterranei e dei nuovi quartieri residenziali. I loro referenti erano stati inseriti nelle liste elettorali. Il progetto dell'Ulivo subisce, con il voto del 28 e 29 maggio, una evidente battuta di arresto, dimostrando come nella città più pragmatica d'Italia i travestimenti politici non funzionano. La sinistra non ha un progetto politico alternativo al centrodestra che non sia rappresentato dalla riedizione della falce e martello riveduta e corretta dai no global.

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10 maggio 2006

Milano, simbolo della buona amministrazione

Di Gianluca Boari - 8 maggio 2006

I leaders della Casa delle Libertà sono intervenuti ieri al Palalido di Milano per appoggiare il candidato sindaco Letizia Moratti. La struttura era gremita di cittadini accorsi per sostenere colei che potrebbe, con il voto del 28 e 29 maggio, divenire il primo sindaco donna nella storia del capoluogo lombardo. Tra i tanti milanesi presenti sugli spalti, moltissimi erano giovani e giovanissimi, nota certamente piacevole per un centrodestra che dimostra di continuare a saper interpretare e rappresentare l'energia e la voglia di cambiamento.
Berlusconi, intervenuto dopo il sindaco uscente Albertini e il presidente della Regione Formigoni, ha voluto ribadire il significato nazionale di questa competizione elettorale, già evidenziato in precedenti occasioni. «Vogliamo continuare con l'esempio di buona amministrazione di Milano», perché la vera politica è «lavorare per mantenere le promesse, questo il principio di base della CdL». Per questo scopo, ha sottolineato Berlusconi, è stata scelta Letizia Moratti, una donna che ben incarna le peculiarità femminili: intuizione e concretezza.
Lavorare per mantenere le promesse significa essere stati in grado, in 5 anni di governo nazionale, di realizzare 36 riforme - devolution e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione alcune tra quelle citate. Forte il richiamo alla politica estera e all'orgoglio nazionale che deriva dall'essere stati in grado di imporre il peso dell'Italia a livello internazionale, contribuendo all'avvicinamento della Russia all'Occidente. Un Occidente che deve restare unito per combattere le grandi sfide della globalizzazione, tra cui anche quella del terrorismo internazionale.
Queste elezioni amministrative sono anche un'occasione per il popolo del centrodestra, cioè per la metà del Paese, di avere una rivincita democratica. Questo sentimento è palpabile stando tra la gente, facendo campagna elettorale sul territorio. La Casa delle Libertà è in ogni caso il «vincitore morale e politico delle elezioni nazionali» del 9 e 10 aprile. Berlusconi ha voluto nuovamente tornare sull'argomento, ribadendo le denunce di anomalie riguardanti sia le votazioni all'estero che in Italia. Pur accettando l'esito delle elezioni, occorre ribadire con convinzione che «non hanno portato un risultato conforme alla volontà degli italiani». Per questo motivo il Parlamento dovrà in futuro effettuare opportune verifiche, in particolare il riconteggio del milione di schede nulle. Partendo da questi presupposti non è ipotizzabile, in una vera democrazia rappresentativa, che i partiti della sinistra continuino ad occupare le principali cariche istituzionali. Citando il noto motto della rivoluzione inglese del ‘600: «No taxation without rappresentation», il Cavaliere ha ammonito le forze del centrosinistra che avanti di questo passo, senza l'elezione condivisa di un Presidente della Repubblica garante di tutti gli italiani, non si potranno escludere forme di protesta democratica estrema quali ad esempio lo sciopero fiscale.
L'intervento si è avviato alla conclusione con la citazione dei positivi risultati dell'azione di governo appena conclusa, soprattutto per quanto riguarda l'incremento del numero di posti di lavoro, la riduzione fiscale, l'aumento della spesa sociale per il capitolo della salute pubblica. Per ultimo Berlusconi ha voluto annunciare l'intenzione della CdL di votare Gianni Letta Presidente della Repubblica. Dopo gli interventi di Bossi, Casini e Fini ha preso la parola Letizia Moratti, visibilmente commossa per il grande calore dimostratole dai tanti sostenitori presenti. L'ex Ministro dell'Istruzione ha voluto sottolineare l'importanza dei valori dell'agire politico, valori spesso condivisi all'interno della società italiana e che per questo nessuna parte politica si può arrogare il diritto di considerarli proprietà privata. Questi sono il solidarsmo, la sussiadiarietà e soprattutto la libertà. Il riferimento ultimo non poteva che andare alle aspre contestazioni subite dalla Moratti in occasione della partecipazione ai cortei milanesi del 25 Aprile e del 1 Maggio. Al termine della manifestazione il presidente Berlusconi, contagiato dall'entusiasmo dei cori intonati dagli spalti che lo invitavano a «non mollare mai», ha voluto avvicinarsi a salutare i ragazzi.

05 maggio 2006

Scegliamo di andare avanti, ripartendo da Milano

Il capoluogo lombardo non è semplicemente la città natale di Silvio Berlusconi, ma la culla dei grandi progetti politici che hanno caratterizzato la storia italiana del secolo appena concluso. Senza tornare troppo indietro nel tempo, restringendo il campo agli ultimi 12 anni, è sufficiente ricordare come a questa città sia legata la nascita di Forza Italia e l'elaborazione di alcuni indirizzi politici che avrebbero in seguito ispirato l'azione del Governo del centrodestra.
Come ha ricordato ieri il presidente Berlusconi in occasione della conferenza stampa di presentazione del candidato sindaco Letizia Moratti, vi sono diversi esempi di questo rapporto tra innovazioni milanesi e nazionali, a cominciare dall'istituzione del carabiniere e del poliziotto di quartiere, proiezione di quanto accaduto con il vigile di quartiere di Milano. Un altro esempio di quanto la capitale economica d'Italia sia anche fondamentale laboratorio politico è stato citato dalla stessa Moratti in riferimento al «Patto per l'Italia» siglato con i sindacati confederali, edizione nazionale del «Patto per Milano» voluto dal sindaco Gabriele Albertini durante il suo primo mandato. Milano inoltre, nel 1997, ha saputo rilanciarsi grazie agli investimenti in infrastrutture e opere pubbliche; interventi realizzati senza che vi fosse alcun aggravio per le tasche dei cittadini. Tutto questo, addirittura, mentre l'Ici diminuiva. Lo stesso cammino è stato percorso dal governo Berlusconi con il piano di opere pubbliche e la contemporanea riduzione del peso fiscale sulle persone.
Silvio Berlusconi il 28 e 29 maggio sarà capolista di Forza Italia. Lo è già stato in passato, nel 1997 e nel 2001. Oggi, come nel '97, differentemente dal 2001, le elezioni milanesi rivestono un significato nazionale, rappresentando un'occasione per il centrodestra di rilanciare la propria proposta politica partendo dal laboratorio lombardo. Una proposta politica e soprattutto una visione di fondo della società che è condivisa dalla metà del Paese così come indicato dall'esito del voto del 9 e del 10 aprile.
Sul campo opposto abbiamo invece una sinistra priva di un'identità politica unitaria, esattamente come la si ritrova a livello nazionale. Una sinistra che priva di propri figure politiche di prestigio ha scelto come candidato sindaco un burocrate, Ferrante. L'ex prefetto, ricordato dai milanesi come il fautore dei mille tavoli di discussione e delle poche soluzioni concrete, è come il suo corrispondente nazionale Prodi una figura utile unicamente a tentare di mascherare le eterogeneità dei partiti dell'Unione.
Berlusconi non si candida solo per contribuire ad innalzare i consensi al partito, ma per avere una maggiore possibilità di seguire un'eventuale nuova amministrazione di centrodestra. Da Milano potrà scaturire un metro di paragone per quanto la sinistra sarà in grado di fare con Prodi al governo. Berlusconi tornerà a Milano già domenica 7 maggio (Palalido ore 10.30), in compagnia di Fini, Bossi e Casini, per sostenere Letizia Moratti davanti al popolo del centrodestra che cerca e pretende, secondo quanto si registra chiaramente stando a contatto con le persone, non solamente il naturale proseguimento di una positiva esperienza amministrativa, ma anche un riscatto politico a partire dalla regione in cui la Casa delle Libertà ha conseguito il risultato migliore nell'ambito della sconfitta di misura delle elezioni politiche.

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